E’ in discussione al Parlamento la riforma della giustizia tributaria che costituisce un problema avito da decenni, in primo luogo per la mancanza di terzietà del giudice tributario attuale, che dipende dal MEF, parte processuale con l’Agenzia delle Entrate e l’AdeR. 

Non secondario appare l’affidamento della giustizia tributaria attuale a giudici part-time, attraverso sistemi di reclutamento che attingono dai ruoli della magistratura ordinaria e amministrativa, oltre che dagli ordini professionali. 

Si tratta di professionisti impegnati preminentemente in altri settori, che seguono nel tempo libero la giustizia tributaria, una giustizia tributaria di serie B, proprio a voler sottolineare queste deficienze che hanno creato disfunzioni e problemi di intasamento delle Commissioni tributarie, anche per l’elevata mole di ricorsi da gestire. 

Non da ultimo ha contribuito pure qualche noto fatto di cronaca giudiziaria, scandaloso, che ha condotto, finalmente, a partorire l’idea di una riforma seria, ma che ha sempre presentato remore e perplessità, avuto riguardo alla istituzione di un nuovo giudice speciale (da altre parti si paventava l’idea di creare sezioni specializzate dentro i tribunali ordinari).

Con la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, approvata in parlamento mercoledì 14 ottobre, è stato inserito il disegno di Legge Delega di riforma della giustizia tributaria che prevede cambiamenti radicali. 

In primo luogo la giustizia tributaria dal MEF, dovrebbe passare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a garanzia di maggiore terzietà, attraverso il ruolo di magistrati tributari professionali, distinto dalle altre magistrature e retribuito alla stessa stregua dei magistrati ordinari. Quindi magistrati reclutati tramite concorso pubblico. 

Nel documento è prevista la figura del giudice tributario monocratico e del giudice collegiale, con competenza per materia e per valore determinati dall’atto impugnato. 

E’ prevista altresì la figura del giudice tributario onorario, competente per le cause di importo inferiore a 5000 euro e nella di mediazione/reclamo, quest’ultima oggi gestita dagli uffici interessati, non terzi. Il giudice onorario non togato è reclutato alla stessa stregua dei giudici di pace dell’A.G.O.

 Esso non potrà espletare altre attività professionali, dovendosi cancellare da qualsiasi albo di appartenenza, pena l’esclusione dalla magistratura tributaria. 

Altre novità altrettanto rilevanti del NADEF riguardano il processo, in particolare la fase istruttoria, in cui viene per la prima volta inserita la prova testimoniale, attualmente non consentita dall’art. 7, comma 4 del d.lgs.546/92.

 Le Commissioni tributarie attuali, quindi verranno sostituite dai Tribunali tributari e dalle Corti di appello tributarie. 

Con questo disegno si realizza un progetto sentito da anni dai professionisti della giustizia tributaria.       

Dott. Francesco Rubera